Santa Sofia e il suo campanile

Duomo di Santa Sofia

Duomo S.SofiaIl duomo di Santa Sofia, che oggi ci appare in tutta la sua maestosità, con l'ampia navata centrale e le due navate laterali, ricca di opere d'arte, pitture e sculture, un meraviglioso e altissimo (92.5m) campanile svettante sul panorama lendinarese, ha preso forma tra la seconda metà del '700 e la prima metà dell' '800, con una appendice nel '900 per il completamento della facciata.

La sua storia è iniziata molti secoli fa, poi nel corso del tempo ha conosciuto momenti belli e momenti bui, secondo un'altalena comune anche alle altre chiese lendinaresi. È nata nel lontano 1070 circa, come oratorio della famiglia Cattaneo, costruito da Alberico, pronipote di Uberto. Nei due secoli successivi l'oratorio fu ampliato e trasformato in chiesa dedicata a Santa Sofia, forse in onore di Sofia Lendinara, prestigioso membro di casa Cattaneo. La chiesa divenne ben presto il più importante centro religioso del territorio: da essa dipendevano le chiese di San Biagio, Villanova del Ghebbo, Costiola, Villa Longale (Bornio) e Ramodipalo.
Fu eretta in parrocchia nel

Campanile di Santa Sofia

03Il progetto della facciata della Chiesa di Santa Sofia predisposto da Don Francesco Antonio Baccari prevedeva due campanili ai due lati della facciata stessa. Ma l'arciprete Scipioni, evidentemente non soddisfatto, incaricò lo stesso architetto di elaborare un progetto per un nuovo campanile.

Il Baccari elaborò due progetti molto ambiziosi di torre campanaria, uno di forma cilindrica ed uno di forma quadrangolare, e li presentò alla prestigiosa Accademia Clementina di Bologna, che si espresse a favore della forma quadrangolare. Le tappe iniziali dei lavori sono note attraverso la cronaca del Boraso: la prima operazione ebbe luogo il 27 marzo 1797, con la delimitazione dei confini, e il 24 aprile successivo si iniziò a scavare. Notevoli furono le difficoltà incontrate soprattutto all'inizio, per la presenza nel sottosuolo di varie sorgenti d'acqua. Nel 1804 venne a mancare don Scipioni, che era l'anima dei lavori, ma questi, dopo una breve parentesi per il rinnovo delle cariche, continuarono. Poi sospensioni e ripresa dei lavori si alternarono. Il problema principale era